domenica 18 novembre 2012

Tornerò....

... prima o poi tornerò...

domenica 7 febbraio 2010

Glee


Ne parlo volutamente in ritardo perchè ne hanno già parlato in molti, soprattutto dopo la serata di assegnazione dei Golden Globe dove Glee ha trionfato su tutti i fronti.
Glee è una nuova serie televisiva statunitense che ribalta il concetto del sogno americano e mostra l'America "difettosa", quella che esiste, quella che fatica ad affermarsi, quella per cui il successo non è garantito ma va ricercato, combattendo contro se stessi e i propri limiti.

Per essere chiari i protagonisti sono (in ordine di locandina):
Finn - adolescente belloccio in preda a perenni crisi di insicurezza
Star - cheerleader prematuramente incinta
Noah - irrequieto e in attratto dal richiamo (ormonale) delle madri quarantenni dei suoi amici
Mercedes - ragazza di colore "leggermente" in sovrappeso ma con grinta da vendere
Sue - insegnate di ginnastica dotata di particolari metodologie didattiche e completamente priva di qualsiasi valore etico
Will - insegnante di spagnolo con sogni di spettacolo ormai seppelliti dal quotidiano presente
Arty - costretto su una sedia a rotelle
Tina - cinese con problemi di balbuzie
Kurt - fan di Beyoncè e gay all'ennesima potenza
Rachel - figlia di due genitori gay (il cui seme è stato mescolato durante l'inseminazione) e alla continua ricerca del successo
E inoltre:
Emma - psicologa del college affetta da gravi disturbi ossessivi-compulsivi legati all'igene
Terri - moglie di Will alle prese con una fantomatica gravidanza isterica
... e tanti altri personaggi che rappresentano etnie, culture, orientamenti sessuali e problematiche di ogni genere.

Il linguaggio è veloce, pungente, sarcastico, provocatorio, a tratti sgradevole, mentre la narrazione sconfina puntualmente in magnifiche sequenze degne dei migliori musical di stampo statunitense. Tutta la serie inoltre è condita da un evidente gusto queer che la rende irresistibile e ne decreta il riconoscimento a vera e propria icona gay. Gli ingredienti ci sono tutti: musica, spettacolo, ballletti, coreografie e tanti bei ragazzi. Ogni episodio è un piccolo show a sè stante ed è impossibile rimanere davanti al televisore senza canticchiare una delle canzoni o muovere la gamba al ritmo dei più grandi successi della musica degli ultimi 20 anni, accuratamente selezionata e riproposta in chiave musical dai giovani protagonisti.
La stada per il successo, quello vero, è spianata: non resta che godersi lo spettacolo...


giovedì 7 gennaio 2010

Please forgive me, because I'm a little bit...


Non ci sono parole per descrivere la cerimonia di consegna dei premi del Palm Springs Festival a Los Angeles.
Protagonista indiscussa e involontaria la burrosa Mariah Carey che sale sul palco e arranca barcollando in un vestitino nero come una trota salmonata che tenta di divincolarsi dal cartoccio nel quale è avvolta. Bastano pochi istanti per rendersi conto che la Carey è ubriaca fradicia. La risata è dietro l'angolo, tenta di emettere qualche parola di senso compiuto, poi si scusa, ammettendo di essere un pò.... sì.... ehm.... (qualcuno dal pubblico urla DRUNK!) ... esatto! Ubriaca! E giù a ridere.... Il monologo prosegue imbarazzante, illogico, sconclusionato e alcoolico più che mai, finchè, raggiunto l'abisso, la cantante finalmente si congeda.
Non c'è che dire, questa serata rimarrà nella storia.

martedì 5 gennaio 2010

Collezionismo


E' apparsa in questi giorni in televisione la campagna pubblicitaria dell'ennesima raccolta in fascicoli che unisce simpatici gadget a inutili volumi di carta stampata. Un pò in controtendenza rispetto ad altri prodotti simili che solitamente iniziano a comparire in edicola a settembre, con il rientro dalle vacanze, questa simpatica raccolta settimanale esordisce in un momento assai insolito.
Forse a causa degli eventi in chiusura di anno, gli editorialisti hanno reputato che la società è in crisi morale e di conseguenza il mercato richiede prodotti che richiamino noi pecorelle smarrite alla spiritualità e al sentimento religioso.
Cosa di più utile quindi di una raccolta di acquasantiere artistiche da collezione?!?
Le acquasantiere sono piccoli oggetti che trovano comodamente posto nei nostri sovraffollati mono/bi/trilocali, soddisfano il nostro gusto estetico con le preziose decorazioni eseguite a mano, contribuiscono a creare quello spirito di concordia perduto e, ultima per importanza, sono estremamente utili. Casomai entrando in casa vostra qualcuno sentisse l'urgente bisogno di farsi il segno della croce troverà molto utile l'acquasantiera che voi avrete posizionato proprio lì, dove serve, in più punti della casa. Al punto che al termine della collezione le acquasantiere avranno preso il sopravvento e anche gli acari si arrenderanno, abbandonando la vostra abitazione.
Nel caso invece voleste riutilizzare questi simpatici gadget vi offro alcuni spunti che spero torneranno utili: piccoli vasi per piante grasse, abbeveratoi per uccelllini, posacenere da balcone, orinatoi per la casa delle bambole dei vostri bambini.
Per concludere, un pensiero a coloro che trascorrono la propria esistenza decorando a mano le acquasantiere: abbiate fede, verranno tempi migliori anche per voi.

martedì 29 dicembre 2009

Anche questa volta è volato via


Anche quest'anno il Natale è volato via: l'abbiamo desiderato, atteso, bramato a tal punto che quando è arrivato non ce ne siamo resi conto e ci siamo trovati a Santo Stefano chiedendoci se fosse davvero tutto già terminato.
Lo scorso anno il primato è spettato ai grandi magazzini Macy's che a San Francisco il 9 settembre stavano allestendo i reparti con alberi di natale e decorazioni di ogni sorta. Quest'anno invece sono incappato nella prima vetrina natalizia della mia città a fine ottobre circa. Decisamente in ritardo considerando l'indole provinciale della mia grande città.
Sul lavoro il fenomeno assume la forma di un'apocalisse, un punto di non ritorno da cui bisogna passare, possibilmente garantendosi l'immunità. Tutto deve essere terminato entro Natale, anche i lavori che si trascinano da semestri interi, come a segnare uno spartiacque più simbolico che reale. Tutto poi si risolve in una bolla di sapone e in tanto lavoro extra nei giorni precedenti, dal momento che l'evento si concretizza in due o tre giorni di fermo lavorativo. Dopodichè, tutto come sempre.
Credo che ormai si inizi talmente presto a parlare del Natale al punto da creare un'aspettativa ben oltre il dovuto. Corse ai regali, addobbi, cene natalizie, traffico in tilt, tracolli nervosi, e poi tutto svanisce in meno di 24 ore.
Ha senso tutto ciò? Non è forse il caso di ridimensionare l'evento entro confini più genuini e tradizionali?
L'unica vera conseguenza che ne scaturisce è la delusione. Come tutte le cose tanto desiderate spesso, una volta ottenute, ci lasciano con l'amara soddisfazione che forse era meglio l'emozione dell'attesa piuttosto che quella della conquista.
In quest'ottica quindi pare abbastanza normale accendere la tv il giorno di Santo Stefano e vedere Michelle Hunziker che sgambetta consigliandoci di riempire di colorati confetti le calze per la Befana.

Evviva il consumismo...

giovedì 24 dicembre 2009

Notizie che ti cambiano la giornata


Ieri mattina ero alla fermata dei mezzi pubblici in attesa di veder spuntare il tram dalla nebbia e dalla neve, sfogliando uno dei famosi quotidiani di informazione gratuita. Mi cade l'occhio sulla seguente notizia:

Rihanna ha confessato: "Io e Justin [Timberlake] facciamo sesso eccitante e selvaggio"

Capisco che se vai a letto con Justin Timberlake avresti voglia di farlo sapere al mondo intero, ma così mi pare un tantino esagerato...
Ringrazio Rihanna per la comunicazione, e con un pò di invidia, continuo ad aspettare il tram.

martedì 22 dicembre 2009

Il vicino di tavolo


Anche oggi, come ogni giorno, sono andato a pranzare nel mio locale preferito, un luogo caldo e accogliente, dove nel periodo delle feste si respira aria di scambio di regali tra amici davanti ad un buon pasto o una fetta di torta. Dopo aver scelto il piatto da ordinare, distolgo lo sguardo dal menù e lo vedo. Mi fissava.
Aveva un'aria vispa e allegra. Era seduto sulla sedia nel tavolo accanto al mio. Ha trascorso gran parte del pranzo a guardarsi intorno, ogni tanto incrociava il mio sguardo, ma poi subito dopo qualcosa distoglieva la sua attenzione. Solo la sua inconsapevole incoscienza lo salvava da un sicuro imbarazzo. Indossava un vestito di panno rosso, aderente, con i bordi segnati da un morbido tessuto bianco. Sulla sommità faceva capolino un piccolo pon pon bianco che si agitava con i movimenti svelti del suo corpo.
Praticamente era vestito da Babbo Natale.
La scelta dell'abbigliamento non era la cosa più stramba, anche perchè non scaturiva dalla sua decisione ma da quella della donna bionda che gli stava seduta affianco, intenta a gustare una piatto di farfalle agli spinaci che poi avrebbe avanzato con aria insoddisfatta.
Era una scena decisamente inopportuna: vestito da Babbo Natale e seduto sulla sedia al tavolo di uno dei più frequentati locali del centro all'ora di pranzo.
Tuttavia la cosa più sconvolgente era un'altra: affianco a me, seduto su una sedia, avevo un cane, un volpino, vestito da Babbo Natale.
Poverino, bastava rivolgere un fugace sguardo alla sua padrona per capire il motivo di una simile idiozia, non ci sono parole per descrivere la "mise" di questa donna e il suo comportamento.
E' già sufficientemente disdicevole seviziare una povera bestia "vestendola" in modo ridicolo, ma addirittura farla stare seduta a tavola, occupando una sedia, in un'affollata sala da pranzo rasenta la maleducazione.
Con tutto l'amore che si può provare verso gli animali, non si può mai prescindere dal rispetto, che va loro garantito prima di ogni altra cosa.
Quindi, per favore, non siate ridicoli.